700 anni fa il più grande dei viaggiatori europei ci lasciava un testo che raccontava di popoli e culture lontani, di usi diversi e di tecnologie sconosciute: la seta, la porcellana, la carta, i profumi… nel suo Livre de meraviglie du monde scritto in una lingua nuova, quel franco veneto internazionale parlato da tutti i mercanti, seguendo lo spirito dei romanzi cavallereschi dell’epoca, Marco Polo ci descrive popolazioni sofisticate, con grandi e ricchi palazzi, cerimoniali precisi, e la cultura materiale più all’avanguardia dell’epoca.
Francesco Briggi, ispirato da questo grande esploratore ha creato un abito unico nel suo genere. Per descrivere le culture che ha incontrato il veneziano più famoso della storia, ha studiato l’abbigliamento caratteristico di diverse popolazioni, per poi costruire un abito che parlasse di scambi, di unione, di condivisione.
“La principessa orientale” meravigliosamente indossato dalla maria dell’anno Silvia Zecchin, è un continuo rimando alla cultura Tibetana, Mongola e Cinese, ed ogni elemento è caratterizzato da pezzi provenienti da culture diverse.
L’acconciatura caratterizzata dalla forma di grandi corna di bue rovesciate, si rifà al mito della principessa alata che si diceva proteggesse il mondo, che altri non è che la principessa Khutulum, realmente incontrata da Marco Polo e ispiratrice della fiaba occidentale di Turandot. La parte verticale che svetta dietro la stessa acconciatura è invece caratteristica del Tibet, mentre le farfalle che suonano al muoversi della dama, le piccole lanterne d’oro, gli spilloni, sono un preciso richiamo alla cultura cinese.
La cintura, il collo di pelliccia, la chiusura del doppio petto incrociata all’altezza delle spalle, sono dettagli tipici cultura mongola che con strati e pelli combatteva il clima rigido influenzando sia la moda tibetana, che rimase comunque più semplice nel risultato, che quella russa, che ancora adesso conserva la chiusura nelle tipiche uniformi tradizionali.
Il tessuto non poteva che essere seta in diverse lavorazioni, dallo shantung al lampasso con motivi di leoni cinesi, mentre la passamaneria che borda l’intero abito è stata realizzata completamente a mano in India, rendendo così omaggio alla lunga via della seta.
Elemento caratterizzante oltre l’acconciatura, sono le grandi e ricche maniche a kimono, realizzate in cotone stampato, che riprendono i dipinti degli “antenati cinesi” un motivo classico della cultura cinese. In questo caso si riconosce l’Imperatore con la sua corte.
Culture, secoli di moda e pensieri, si sono incontrati nelle mani e forbici di Francesco Briggi che ha così creato un inno alla pace ed all’unione rivestendo le speranze di una giovane Maria pronta a tramandare tradizioni, desideri e sogni di una giovane veneziana!
Sono passati dieci anni dalla prima edizione di “Storie di moda”. Nata da un’idea originale di Francesco e Raffaele che negli anni hanno coinvolto sponsor ed istituzioni per raccontare in maniera diversa la storia. Attraverso le lenti della moda si è conosciuta la storia di Venezia, la sua architettura, la sua arte, le sue guerre e mutazioni politiche, dal Medio Evo sino ai giorni nostri.
Grazie alla conoscenza enciclopedica della moda e della sua evoluzione, si sono sviluppate altre esibizioni temporanee dalla Corea all’Argentina, con temi diversi, come i simboli del potere in Europa, per cui si sono fatti precisi studi oltre che sull’abbigliamento su gioielleria e iconografia di diverse epoche. Ma anche di uniformi napoleoniche di periodi e grado diversi, in modo da mostrare la varietà dell’uniformologia ai suoi albori, o pezzi singoli messi ad illustrare un’epoca per completare un discorso più ampio.
L’atelier offre dunque il servizio completo di sviluppo di un progetto oppure di affiancamento ad un progetto esistente, avvalendosi di materiali e taglio storici per spiegare, in maniera alternativa, momenti diversi dell’evoluzione umana, in ogni suo aspetto e classe sociale.
Che la principessa Laila e Battista Sforza Montefeltro abbiano la stessa acconciatura, Che lo Jedy sia un mercante medievale, che Lady Oscar indossasse un’uniforme austriaca anziché francese lo sanno in pochi… organizzate un incontro presso l?atelier Pietro Longhi, e vi racconteremo tante storie interessanti sulla moda, e non solo Veneziana!
Per lo shooting: ph: Simone Padovani; Location: Hotel Heureka; Makeup: Crisam Makeup Accademy; Models: Giulia Boscolo, Luca Costantini